05/08/09

II° BATTAGLIA DI BEDRIACO

Seconda battaglia di Bedriaco
La seconda battaglia di Bedriaco fu combattuta il 24 ottobre 69 (l'anno dei quattro imperatori) tra le forze di due pretendenti al trono dell'Impero romano: Vitellio e Vespasiano. La sconfitta di Vitellio permise a Vespasiano di diventare imperatore, iniziando la dinastia dei Flavi. Vitellio era divenuto imperatore sconfiggendo il suo rivale Otone nella prima battaglia di Bedriaco (14 aprile). Le legioni che si trovavano in oriente, però, acclamarono il proprio generale Tito Flavio Vespasiano imperatore. Vespasiano era stato inviato nella regione da Nerone con un forte contingente per combattere le forze giudaiche nella prima guerra giudaica, scoppiata nel 66. Venuto a conoscenza degli eventi successivi alla morte di Nerone, Vespasiano si mise d'accordo col governatore della Siria, Gaio Licino Muciano, e inviò una forza composta di vessillazioni delle legioni giudaiche e siriane in occidente, agli ordini di Muciano.
Prima che le legioni orientali raggiungessero Roma, le legioni del confine del Danubio, poste in Rezia e Mesia, acclamarono Vespasiano imperatore: la III Gallica, VIII Augusta e VII Claudia avevano infatti inizialmente sostenuto Otone, ma non erano potute intervenire prima della sua sconfitta a Bedriaco, e avevano quindi accettato Vitellio imperatore. Quando però seppero della candidatura di Vespasiano, queste legioni abbandonarono Vitellio, convincendo persino altre due legioni, la VII Galbiana e la XIII Gemina a sostenere il generale dell'esercito orientale. La XIII aveva una ulteriore buona ragione per avversare Vitellio, in quanto era stata sconfitta a Bedriaco e i suoi legionari erano stati messi a costruire degli anfiteatri per i due generali vitelliani vincitori, Fabio Valente e Aulo Cecina Alieno, come punizione. Le legioni danubiane, comandate dal legato della Galbiana Marco Antonio Primo, marciarono su Roma, anticipando le legioni di Muciano che erano ancora distanti.
Venuto a conoscenza dell'arrivo di Antonio, Vitellio gli inviò contro un esercito composto dalle legioni XXI Rapax, V Alaudae, I Italica e XXII Primigenia, più vessillazioni di altre sette legioni e truppe ausiliarie, al comando di Cecina (Valente era rimasto a Roma bloccato da una malattia).
Le prime legioni di Antonio raggiunsero Verona, ma Cecina, sebbene in superiorità numerica e richiesto di attaccarle, si rifiutò di cercare battaglia. Egli aveva deciso infatti, con l'appoggio del comandante della classis Ravennatis (la flotta di Ravenna) Lucilio Basso, di passare dalla parte di Vespasiano. Le truppe di Vitellio si rifiutarono di abbandonare il proprio imperatore e imprigionarono Cecina. Decisero quindi di muovere su Cremona senza aspettare l'arrivo da Roma di Valente, ormai guarito. Anche Antonio, che si trovava a Bedriacum, mandò a Cremona una unità di cavalleria.
Battaglia
La cavalleria di Antonio incontrò l'avanguardia di Vitellio tra Cremona e Bedriaco (24 ottobre) e, raggiunta dalle legioni, ebbe la meglio sulle forze di Vitellio, che furono costrette a ritirarsi a Cremona. Antonio decise di approfittare della situazione avanzando lungo la Via Postumia verso Cremona, ma si scontrò con il grosso delle forze vitelliane, rinforzate dalla IIII Macedonica ma ancora senza comandante (Valente non era ancora giunto da Roma).
La battaglia fu molto dura e durò tutta la notte, fino all'alba del 25. La VII Galbiana, la legione di Antonio, subì grosse perdite, giungendo a perdere per qualche tempo la propria aquila, finché un centurione non si sacrificò per recuperarla. A poco a poco le truppe di Antonio presero il sopravvento, ottenendo la vittoria proprio all'arrivo dell'alba, per un episodio singolare.
La III Gallica era stata a lungo in servizio in Siria e i suoi soldati avevano accettato numerosi il culto locale della divinità solare. Nel momento in cui sorse il sole, i soldati si voltarono verso oriente salutandolo, come era uso tra i devoti: le truppe di Vitellio, però, travisarono il gesto, ritenendo che gli uomini della Gallica stessero salutando l'arrivo dei rinforzi, e si abbatterono, venendo respinte fino al proprio campo. Antonio conquistò il campo nemico e poi attaccò direttamente Cremona: la città si arrese, ma questo non la salvò dall'incendio appiccato dai vincitori.
Conseguenze
La vittoria a Bedriaco, dove sei mesi prima era stata decretata l'ascesa al trono di Vitellio, permise a Vespasiano di divenire imperatore. Antonio, infatti, avanzò su Roma, dove prese prigioniero Vitellio, che fu qualche tempo dopo ucciso.

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