01/08/09

BOVIANUM UNDECIMANORUMU : L'EPIGRAFE DI VESIULLAEO





L'EPIGRAFE DI VESIULLAEO



N(Ú)V(IS) . VESULLIAÍS . TR(EBIEÍS) . M(EDDÍS) . T(ÚVTÍKS) .EKÍK . SAKARAKLÚM . BUVAIANÚD . AÍKDAFED



Nel 1840 il dottor Francesco Saverio Cremonese, noto appassionato di "Res Antiqua" nativo di Agnone, dietro segnalazione di don Paolo Pesa ed in mezzo ad altre pietre destinate ad uso costruttivo, ritrovò a Pietrabbondante una lapide incisa in osco che, riferirono, proveniva dalla località Calcatello, raccolta proprio vicino al teatro sannitico.La lapide fu subito segnalata dallo scopritore agli archeologi della Regia Intendenza agli Scavi del Regno Borbonico, i signori Avellino, Guarino e Iannelli.Nella prima lettura effettuata dell'epigrafe, molto stupore suscitò la parola BOVAIANUD

in un contesto alquanto distante dalla Bovianum conosciuta, l'attuale Bojano. L'Avellino riconobbe in quell'epigrafe un preciso collegamento tra Bovaianud e Pietrabbondante, in aperto dissenso con gli altri due studiosi.Pochi anni dopo il Mommsen, in una delle sue frequenti visite nel Sannio, ebbe modo di visionare l'epigrafe e nel Bollettino Archeologico Napolitano del 1846 scrisse:"Nel giro che nel maggio dell'anno corrente feci per l'antico Sannio, ho avuto l'agio di osservare ocularmente le due iscrizioni osche murate nella chiesa di Pietrabbondante, paese piccolo sulla vetta di un'erta montagna, presso Agnone, ma notevole assai per quantità stragrande di anticaglie che alla giornata vi si trovano e per i suoi bei ruderi di un teatro, dal quale speriamo veder uscire per le cure del sig. Cremonese nuovi monumenti che forse determineranno il nome antico di questo paese ancora sconosciuto. Certo è che in nessun luogo, eccettuato Pompei, sono venute fuori tante iscrizioni osche, quante ne abbiamo da Pietrabbondante. Se ne conoscono ora fin a quattro ed altre ci sono state promesse: e sebbene questo fatto debba attribuirsi in parte alla savia attività del sig. Cremonese, non è dubbio però che Pietrabbondante non fosse uno dei centri primari dei Sanniti.Chi sa se ivi non fosse il Bovianum Vetus di cui parla Plinio?"Infatti Plinio il Vecchio, nella sua "Naturalis Historia", (III, 17) parla di due Bovianum: "...Samnitium quos Sabellos Graeci dixere, colonia Bovianum Vetus et alterum cognomine Undecumanorum, Aufidaenates, Aesernini, Facifulani, Saepinates, Terventinates...".


... Io per me sono portato a crederlo, essendo che la bella iscrizione di Vesiullaeo ivi trovata e pubblicata nella Tavola V dell'anno III di questo Bullettino, finisce colle parole "Buvaianud aikdafed". Inoltre Plinio, nel luogo citato, attesta la coesistenza di due città dette Bovianum l'una e l'altra: Colonia Bovianum Vetus et alterum cognomine Undecimanorum.Assai bene viene spiegata questa notizia dalla seguente lapide che copiai a Boiano:


...RI VESPASIA...I...MAX. TRIB. POTES......VII IMP. XIIII. P. P. C. ...XTESTAN...... C. MARCELLI. D. LEG. XI CL...... VE. F. CIVITATIS. MAEZE......PATIUM. PRAEF. CHOR. III AL. I......IANORUM. II VIR. I. D. QUINQU......ONI. COLONIAE.



La quale, oltre ad altre pregevolissime notizie, ci fa toccare colle mani che il Boiano attuale è Bovianum Undecimanorum e che la Legione XI Claudia Pia Fidelis vi fu dedotta da Vespasiano. E corrobora ciò la seguente iscrizione boianese che trascriverò pure, essendo essa stampata dal solo Galanti nella Descrizione del Molise nè senza errore:


IO CAESARE IM...... DICTAT. ITERU...... NFICI (sic) MAX...OS PATRONO.MUC.D.C.

Sta bene che sotto Giulio Cesare, Boiano fu Municipio ancora, se vi dedusse la colonia Vespasiano. Se dunque Frontino dice De Colon. pag. 136: "Bovianum oppidum lege Julia, milites deduxerunt sine colonis", non è forse chiaro che parla del Bovianum Vetus, detto pure colonia da Plinio, ciò che pur si conferma dalla descrizione del duumviro quinquennale Q. Agrio (Bullettino Napolitano anno IV pag. 71)?


Finora hanno spiegato il passo di Plinio, dove parla delle due città dette Bovianum, così che Bovianum Vetus vogliono sia Civita di Boiano, piccolo paese a pochissima distanza da Boiano, e proprio sulla cima del monte a piè di cui resta la detta città, e Bovianum Undecimanorum il Boiano odierno. Ma nella Civita non si vede nessun avanzo antico, e le mura che ivi vengono mostrate come ciclopiche, certamente appartengono ai mezzi tempi (Medioevo n.d.r.), mentre tutte le iscrizioni, e fra esse alcune antichissime, che per la paleografia appartengono ai tempi della Repubblica, si sono trovate in Boiano stesso, ed ivi pure si vedono ragguardevoli avanzi di mura costruite da grossi macigni, così che è quasi certo essere la Civita niente altro che un paese baronale, stabilito nei mezzi tempi sul monte di Boiano in conseguenza del castello ivi fabbricato, che ne occupa il sito più eminente.
Era assai naturale di chiamare il paese aggiunto al castello di Boiano la Civita di Boiano che pei nome solo alcuno lo crederà antico. Ma sia pure antico, ed anzi antichissimo, quel villaggio, non perciò sarà il Bovianum Vetus del geografo antico, perchè questi non parla di due siti diversi della medesima città in epoche differenti, ma di due colonie di questo nome esistenti ambedue al tempo suo, e se è improbabile situare due città alla distanza di pochi passi, è quasi impossibile di farlo per due colonie omonime. Ho voluto premettere queste poche osservazioni topografiche sopra luoghi visitati da pochi archeologi perchè la loro importanza forse non si contiene nei limiti della topografia, ma scruoponci esse anzi, se mal non mi appago, un brano antico della storia dei Sanniti... ".



http://xoomer.virgilio.it/davmonac/sanniti/vesiul.html



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